Come noto il cellulare
ha molte funzioni: permette di ascoltare musica, di giocare, di
collegarsi al web, di inviare email, di fare investimenti, di fare
riprese con la videocamera incorporata, di scattare delle foto e di
spedirle a qualcuno, di registrare la propria voce, ecc. E' in
sostanza un piccolo computer.
Ma la funzione
principale resta sempre quella della comunicazione orale. Si
può comunicare col mondo intero. Il cellulare ci dà l'impressione
che il mondo sia a portata di mano, sia la nostra comunità di vita.
Quando nei testi
scientifici si prende in esame l'evoluzione della tecnologia, si vede
solo un progresso. Non ci si chiede mai se una determinata
innovazione fosse davvero indispensabile all'esistenza quotidiana.
La filosofia del
cellulare è dunque questa: quanto più si vuole comunicare in
maniera artificiale, tanto meno si riesce a farlo in maniera
naturale. Tra l'io e il tu si frappone sempre qualcosa: dalla
semplice penna a sfera al collegamento con la navicella spaziale. Si
ha in mano un potenziale tecnologico enorme che non aiuta minimamente
a migliorare il livello di umanità degli esseri viventi.
La nostra è una
civiltà che produce beni tecnologici che in realtà servono non
tanto a chi li usa, quanto soprattutto a chi li vende. Non
servono neppure a chi li produce, poiché gli operai non sono padroni
di ciò che fanno, essendo soltanto dei salariati, e quando
rivendicano il diritto al lavoro dovrebbero anche chiedersi se ha
davvero senso fare "certi lavori".
I proprietari dei
mezzi produttivi illudono che noi si possa fare chissà cosa, quando
in realtà la vita resta alienata come prima. Anzi la percezione
della differenza tra quel che virtualmente si potrebbe fare e ciò
che effettivamente si riesce a fare, rende l'alienazione ancora più
evidente. La solitudine sembra essere diventata la caratteristica
principale della nostra civiltà basata sulla comunicazione.
http://www.homolaicus.com/teoria/cellulare.htm
http://www.zeusnews.it/n.php?c=4344
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